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La vita è una combinazione di pasta e magia. Federico Fellini

Dell’importanza di avere obbligazioni in portafoglio (o strumenti liquidi) ne abbiamo già discusso in questo Blog.

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Foto di Steve Buissinne da Pixabay

L’arte di vincere la si impara nelle sconfitte.

(Simón Bolívar)

Non sempre le azioni battono le obbligazioni.

Pur essendo sostenitori delle azioni (sulla base di dati storici e dell’esperienza dei più grandi investitori di tutti i tempi) come strumento migliore per accrescere il proprio capitale su orizzonti temporali lunghi ( almeno 15-20 anni), dobbiamo però riconoscere che non sempre sia stata la scelta migliore in termini di rendimento.

Considerando il periodo 1926-2020, le obbligazioni a lungo termine (quelle con scadenza residua di 20+ anni) hanno battuto le azioni, considerando finestre termporali d’investimento di 20 anni, l’8.7% delle volte (percentuale piccola, ma non nulla) . Estendo la finestra temporale a 30 anni, la percentuale di volte in cui un investimento obbligazionario ha battuto l’indice azionario è stata leggermente sotto l’1%.

Se poi consideriamo il passato recente, ovvero il periodo 2000-2019, notiamo dal grafico seguente come anche in questo caso le obbligazioni abbiano avuto la meglio.

Non capita dunque spesso, ma non è nemmeno un evento “impossibile”, il fatto che nel lungo termine le obbligazioni abbiano la meglio su un investimento azionario.

Certo, con i tassi attuali in giro per il mondo, sarà comunque molto difficile che nei prossimi decenni le obbligazioni possano avere rendimenti superiori a quelli di un investimento azionario, per non dimenticare, inoltre, lo spettro sempre presente di una ripresa dell’inflazione, che avrebbe un effetto molto negativo sulle obbligazioni di lunga durata.

Quindi la domanda è: le obbligazioni sono da considerare anche in futuro?

Almeno quelle indicizzate all’inflazione senz’altro sì, e di fatti sono presenti, seppur in piccola parte, nella nostra asset allocation strategica di lungo termine.

La parte preponderante rimarrà comunque sempre l’azionario mondiale, comprensivo dei paesi emergenti, migliore scommessa per il lungo termine (sopratutto per il rischio inflazione), come il buon William Bernstein suggerisce nel suo libro “Deep Risk: How History Informs Portfolio Design“.

Chi investe sui mercati azionari può trovarsi nella condizione, in alcuni periodi, di dover sopportare perdite del capitale anche di notevole entità.

La corretta domanda da porsi per un investitore però è:

“cosa avrei perso rimanendo fuori dal mercato in tutti questi anni ?”

La risposta a questa domanda può aiutarci a farci affrontare meglio gli attuali ed i futuri cali che si possono manifestare sui mercati.

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Non abbiamo la sfera di cristallo nè la presunzione di conoscere cosa accadrà in futuro sui mercati finanziari, ma una cosa è certa:

finora hanno sempre vinto gli ottimisti!

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Una domanda che spesso mi viene posta é:

qual è il peso da assegnare ad azioni e obbligazioni all’interno di un portafoglio d’investimento?

Leggi anche: Il Portfolio per tutte le stagioni e Portafoglio permanente

La risposta dipende ovviamente da tanti fattori, come ad esempio:

  • età dell’investitore;
  • tolleranza al rischio;
  • obiettivo dell’investimento;
  • etc.
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