Oltre al numero 72, di cui abbiamo parlato in un precedente post, un altro numero famoso per gli amanti dellla finanza personale, ma soprattutto per coloro alla ricerca della libertà finanziaria, è il numero 300.
In estrema sintesi, alcuni studi evidenziano che:
per raggiungere l’indipendenza finanziaria occorra accantonare una cifra equivalente a 300 volte le proprie spese mensili.
Raggiunto tale capitale ci si può ritenere indipendenti da un punto di vista finanziario.
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La comunità internazionle dei FIRE (Financial Indipendent, Retire Early), ovvero di coloro alla ricerca della libertà finanziaria, usa infatti come riferimento questo valore.
Tale numero deriva da uno studio fatto da alcuni docenti americani, che hanno verificato come il raggiungimento di un capitale pari a 300 volte le spese mensili possa garantire, con un’alta probabilità, una rendita in grado di garantire il mantenimento del proprio tenore di vita per almeno 30 anni.
Lo studio fatto presuppone tuttavia che, una volta raggiunto tale capitale, lo si continui ad investire in azioni ed obbligazioni.
300 volte le proprie spese mensili equivalgono anche a 25 volte le spese annuali (25×12 uguale 300 infatti!); su molti blog di libertà finanziaria trovate anche questo numero come riferimento.
Avete bisogno di 1000 Euro al mese per sostenere le vostre spese? Accumulando un capitale di 300.000 Euro (300 volte 1000), potrete molto probabilmente garantirvi tale rendita per almeno 30 anni, stando allo studio “Trinity”.
Più in generale, calcolate quelle che sono le vostre spese mensili (bollette, asssicurazioni, spese alimentari, ecc.) e se sarete in grado di accantonare 300 volte questo valore entro la vostra età di ritiro dal lavoro, investendolo in modo opportuno, potrete con buona probabilità garantirvi lo stesso tenore di vita attuale.
La “regola del 300” costituisce dunque una linea guida (non certo una legge assoluta!), che trova ormai largo consenso nella comunità di risparmiatori e investitori, per il raggiungimento dell’indipendenza finanziaria.
Credo 300 rappresenti un valore medio. Penso che ci sono persone che hanno una vecchiaia senza problemi eccessivi e penso a coloro che necessitano di una badante e di cure giornaliere, dubito che in questo caso il numero sia sufficiente.
Max
Certo Massimo,concordo. La stima fatta comunque si basa sul fatto che le spese mensili in futuro siano le stesse e vengano solo maggiorate dal tasso d’inflazione.
ciao Attilio, che mi dici della sequenza dei rendimenti? grazie
Rob,
Se non sbaglio la statistica si basa su intervalli di 30 anni nel periodo 1926-2009 , quindi la regola del 4% avrebbe superato anche la crisi del 29 che vide la borsa americana perdere quasi un 90 percento in 3 anni.
Vero anche che chi avesse iniziato il periodo di “retirement” nel 2000 o nel 2008 non è detto che dopo 30 anni sia in grado di preservare il capitale ( vedremo) visti i 2 tremendi bear market iniziali che hanno un impatto notevole. La sequenza dei rendimenti non è dunque da trascurare , anzi , ma probabilmente per chi inizia il periodo pensionistico sarebbe saggio cercare di avere una riserva di cash pronta a supportare un prolungato calo dei mercati che si dovesse manifestare improvvisamente.
Considerando che mediamente i bear markets durano al massimo 24 mesi (per eccesso), forse potrebbe essere una soluzione valida quella che suggerisci..ti ringrazio e complimenti per gli spunti sempre molto interessanti
Esatto Rob; grazie ancora per i complimenti che mi incoraggiano a proseguire con la missione del blog!