Per aggiungere serenità ad un portafoglio d’investimento, i cosiddetti “asset reali” dovrebbero avere il loro spazio.
Oro, commodities, REIT, ed obbligazioni indicizzate all’inflazione permettono soprattutto una difesa dall’inflazione che può, ad esempio, mitigare un’impennata dei prezzi reali.
Gli asset reali hanno avuto infatti un ruolo importante sopratutto negli anni 70, periodo di grossa inflazione.
Non a caso Ray Dalio , nel noto portafoglio “All Weather” ,ne considera l’utilizzo con una percentuale complessiva del 15%.
Ricordiamo come questo portafoglio sia stato fra i più resilienti in passato, limitando molto le perdite parziali grazie anche alla presenza di asset reali ( Dalio impiega sia l’oro che le commodities nel suo portafoglio).
Anche il Professore David Swensen ( un altro celebre guru della finanza) considera ad esempio i REIT ( Real Estate Investment Trust) nel suo portafoglio strategico di lungo termine.
Oltre a una certa difesa dall’inflazione, l’altro motivo per cui questi asset apportano beneficio concreto a un portafoglio d’investimento è la loro de-correlazione (seppur non sempre garantita nel tempo) nei confronti di azioni ed obbligazioni, lo si vede chiaramente nel grafico seguente (fonte Meb Faber: https://mebfaber.com/2015/06/05/chapter-11-comparison-of-the-strategies/):
Tabella 1 – Rendimenti reali Asset Class 1973-2013
Il grafico mostra il rendimento al netto dell’inflazione di alcune tipologie di asset, fra cui commodities (arancione), oro (giallo) e REIT (blu).
Come anticipato, questi asset sono stati i migliori “performer” negli anni settanta, per contro in periodi di deflazione essi hanno mostrato una certa sofferenza (ma del resto non esiste una tipologia di asset che vada sempre bene a ogni periodo storico).
In ogni caso, essi costituiscono dei validi “diversificatori” per il portafoglio da tenere in considerazione.
Ho iniziato da poco tempo a leggere il blog che trovo ricco di spunti interessanti. Volevo fare una domanda che può sembrare banale ma che invece ritengo meriti un utile approfondimento: il mantra dei consulenti finanziari è quello di consigliare ai risparmiatori di fare la cd “pianificazione finanziaria” e quindi di stabilire la giusta “asset allocation” in base ai propri obiettivi, costituita da azioni, bond, etc.; non ritieni che si possa superare questa regola adottando un semplice sistema di accantonamento delle risorse via via disponibili su strumenti liquidi (conto deposito o semplicemente C/C) per poi procedere sistematicamente con accumulo di capitale (sotto forma di PAC) su strumenti azionari diversificati, quindi bypassando la solita diversificazione multi-asset? Non credi che tale strategia sia più remunerativa e allo stesso tempo difensiva (si eviterebbe, ad esempio, di rimanere bloccati con buona parte del capitale su strumenti obbligazionari in caso di rialzo dei tassi che sicuramente presto avverrà)? Saluti
Ciao Roberto, grazie per il tuo intervento. Rispetto alla tua affermazione la mia risposta è :Assolutamente si, una asset allocation composta da azionario diversificato (ad esempio mondo) e una riserva di liquidità è molto valida lo stesso ( infatti somiglia molto alla asset allocation suggerita da Warren Buffett qualche anno fà in una delle sue lettere agli azionisti di Berkshire Hathaway), quindi ritengo può andare bene.
La cosa importante è avere comunque un metodo/strategia e cercare di rispettare una propria asset allocation con dei ribilanciamenti periodici. Risparmio e costi contenuti sono alla fine molto importanti per raggiungere il proprio obiettivo finanziario, per cui se hai una grossa capacità di risparmio può avere senso evitare di rischiare con dei pesi eccessivi verso l’azionario è privilegiare strumenti più difensivi come quelli che hai citato.
Grazie ancora e buon investimento!