La tentazione di entrare ed uscire dai mercati (market timing, ovvero scegliere dei momenti particolari per investire) è una costante nel mondo della finanza.
Tanti dei noti guru della finanza, da Warren Buffett a Jack Bogle passando per Peter Lynch, sconsigliano tuttavia questa tecnica d’investimento.
Il motivo è semplice ed il solito: nessuno è in grado di capire esattamente come si muoveranno i mercati a breve e medio termine, inutile dunque avventurarsi in questa attività dannosa per i vostri investimenti, soprattutto se si ha un orizzonte temporale lungo.
Peter Lynch, uno dei più grandi investitori nella storia della finanza (il suo fondo d’investimento, Fidelity Magellan Fund dal 1977 al 1990 ebbe una resa straordinaria del 29.21% annuo, ovvero in grado di moltiplicare per 28 il capitale iniziale ad esso affidato) in una delle sue più note interviste ( qui trovate il link) ci ha dato delle linee guide a riguardo:
“La gente spende molto tempo nel cercare di capire in che momento dell’anno investire o quando investire; si tratta di una perdita di tempo, non merita lo sforzo mentale e di energie richiesto”.
Non possiamo che concordare con Peter,ne avevamo già parlato in questo post; per coloro che hanno una visione di lungo termine, conviene investire il prima possibile , facendo lavorare implacabilmente gli interessi composti il più a lungo possibile.
Lynch ha fatto uno studio considerando il trentennio 1965-1995 per tre scenari ipotetici d’investimento; l’ipotesi fatta è quella di un PAC su un orizzonte di 30 anni, che prevede una volta all’anno un versamento, considerando 3 tipologie d’investitore:
a) Investitore “fortunato”, ovvero colui che sceglie di fare il suo versamento il giorno dell’anno dove le quotazioni azionarie sono al valore minimo;
b) Investitore “sfortunato”, ovvero colui che sceglie il giorno dell’anno dove le quotazioni azionarie sono ai massimi;
c) Investitore “disciplinato”, ovvero colui che sceglie di fare il suo versamento annuale sempre lo stesso giorno, anno dopo anno: il 1 Gennaio.
L’investitore “fortunato” ha avuto un rendimento del 11.7% annuo composto; quello “sfortunato” del 10.6% , mentre infine quello “disciplinato” ha ottenuto l’11% annuo semplicemente scegliendo d’investire ogni anno lo stesso giorno (magari automatizzando l’investimento) e risparmiando la fatica di capire quando i mercati avrebbero avuto quotazioni minime o massime!!!
La morale è semplice: se siete investitori di lungo termine (almeno con un orizzonte temporale di 15 anni) investite appena ne avete la possibilità, senza starvi a preoccupare troppo di quello che potrebbe succedere subito dopo.
Concentrate invece le energie su altre attività di cui potete avere il controllo!!
ma come si combina
il “non tentare il market timing”
con “tenete una quota cash per eventuali ribassi del mercato”?
apparentemente sembrano una contraddizione,
grazie per i tuoi chiarimenti!
Max
il concetto è quello di non provare a indovinare cosa faranno i mercati ed investire regolarmente per beneficiare dell’azione
dell’interesse composto.
Avere una quota di cash disponibile può servire per incrementare gli acquisti, durante una prolungata fase ribassista dei mercati (o di crisi)
come quella vissuta nel 2008.
Ci vuole un giusto compromesso ma non penso ci sia una contraddizione.