Sono passati 10 anni dal fallimento della Lehman Brothers, fino a quel momento una società che sembrava inaffondabile, dopo oltre 150 anni d’attività.
Chi ricorda quel periodo, non dimenticherà come i mercati azionari soffrirono delle perdite parziali piuttosto pesanti; la storia ci ha detto che il biennio 2007-2009 è stato uno dei periodi che hanno messo di più a dura prova gli investitori azionari di tutto il mondo, secondo solo alla “grande depressione “degli anni 30.
Tuttavia, lo stesso investitore se avesse avuto nervi saldi, e avesse mantenuto il suo investimento durante tutti questi 10 anni , ad inizio Settembre 2018 si sarebbe ritrovato con un rendimento complessivo del 185% .
Non male…….
Questo dato conferma ancora una volta che per avere dei rendimenti superiori al tasso d’inflazione occorre assumersi del rischio, anche sè non vi è certezza sul risultato finale.
Investire in ogni caso durante i momenti di pànico, come ad esempio quello vissuto durante e dopo il fallimento di Lehman Brothers, può aumentare la probabilità di ottenere un rendimento a lungo tèrmine superiore al tasso d’inflazione.
In particolare, Buffet affermava quanto segue:
“Let me be clear on one point: I can’t predict the short-term movements of the stock market. I haven’t the faintest idea as to whether stocks will be higher or lower a month — or a year — from now. What is likely, however, is that the market will move higher, perhaps substantially so, well before either sentiment or the economy turns up. So if you wait for the robins, spring will be over.”
In pratica non sappiamo cosa accadrà ai mercati nel breve termine, ma nel lungo termine i mercati tendono a crescere anche i manieri sostanziale molto prima che il sentimento sul economia ricambi direzione……………………………………….
Le opportunità vanno sempre colte prima che svaniscano.
Non tutti però hanno una propensione al rischio tale da subire delle perdite parziali anche del 50%, e questo per sperare di portare a casa un rendimento di vari punti percentuali superiori al tasso d’inflazione.
Come difendersi allora da un altro possibile nuovo “crollo” dei mercati?
Diversificare, diversificare, diversificare!
Il grafico seguente mostra l’andamento in questi ultimi 10 anni di 2 portafogli;
La linea blu rappresenta l’andamento di un indice composto per il 100% da azioni americane di larga capitalizzazione, mentre la linea rossa rappresenta un portfolio composto per un 30% da le stesse azioni americane a larga capitalizzazione e per un 70% da obbligazioni di stato americane di lungo termine ( i cosiddetti long term bonds).
Come ci si poteva aspettare, il portfolio tutto azionario ha avuto una performance del 8.78% composto annuo contro il 7.43% di quello “più difensivo” nel periodo 2008-2018.
La cosa però più interessante è il fatto che il portfolio più difensivo ha avuto una perdita parziale massima del 12.03% contro il 48.47% del portfolio puramente azionario.
La bontà dei bond viene dunque confermata sopratutto in fasi di recessione come quella del 2008.
Quindi tutto può succedere sui mercati finanziari, tuttavia abbiamo dalla nostra la possibilità di costruire dei portafogli che ci aiutino a sopportare meglio quelle fasi inevitabili di turbolenza che arriveranno, e per le quali a priori non ne conosciamo l’intensità e la durata.
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