Questi primi mesi dell’anno sono stati caratterizzati da una certa volatilità ( normale se si guardano i dati storici) ma che non si era vista nel corso dell’2017, in particolare sul indice americano S&P 500.
Lo S&P 500 infatti ha chiuso in negativo questo primo trimestre , ciò si era verificato solo una volta su 20 dal 2013. In particolare , l’indice era salito per 15 mesi consecutivi fino a Febbraio 2018.
La notizia più significativa comunque è stato come si diceva il ritorno della volatilità.
Non sappiamo come andranno le cose in futuro ; sembrerebbe esserci un cambio di “passo” sui mercati finanziari in particolare quelli americani( chi lo sà), ma comunque la storia può darci qualche info in più a riguardo per capire gli eventi emersi di recente:
- La volatilità tende a concentrarsi
come descritto in questo articolo , i mercati “toro” non sono caratterizzati di giornate con grossi guadagni , anzi essi tendono a crescere in maniera graduale e lenta; i migliori giorni (quelli a più forte guadagno) si verificano tipicamente nello stesso periodo quando si sperimentano anche le giornate con peggiori prestazioni, ecco dunque l’importanza di rimanere sempre investiti.
Il grafico seguente mostra come le giornate con più forte guadagno (punti verdi) sono “prossime” a quelle in cui subiscono i maggiori cali di rendimento(punti rossi):
Notiamo ad esempio come durante gli anni della crisi dei mutui subprime malgrado le forti perdite subite , si sono però verificate anche delle giornate con forti guadagni che avremmo perso stando fuori dal mercato.
Questo meccanismo è quello che rende anche difficile per gli speculatori di guadagnare scommettendo su un ribasso dei mercati .
2. Più si guarda l’andamento dei mercati durante queste fasi più si prova “dolore”
Questa avversione alla perdita è quella che porta gli investitori ad agire in maniera emotiva quando le cose non si mettono per il verso giusto, creando situazioni di panico che portano a delle violente escursioni di prezzi e relativi vendite emotive.
In queste fasi più si guarda il “portfolio” più si noteranno le perdite creando un pericoloso circolo vizioso.
La volatilità porta a prendere rischi non necessari e fare modifiche al portfolio sempre non necessari durante queste fasi.
3. Prepararsi ad un ampio range di possibili risultati.
Il mercato americano ha raggiunto nella storia nuovi massimi assoluti solo il 7% di tutti i giorni di contrattazione che ha avuto la borsa; ciò vuol dire , che esso passa la maggior parte del tempo in “drawdown” ovvero ha delle perdite parziali rispetto ai massimi raggiunti precedentemente.
Queste perdite parziali nella storia hanno raggiunto una media del 17.5% in periodi di forte volatiilità, mentre la perdita parziale media ha raggiunto un valore del 8.4% in periodi con minor volatiilità.
Il prezzo da pagare per sperare di avere un rendimento a lungo temine superiore a quello di strumenti considerati più sicuri è proprio questo, “sopportare” la volatilità.
Nessuno è in grado di prevedere l’andamento dei mercati , ne quando e come si verificheranno periodi di voltatilità alta o bassa.
Tuttavia , capire come i mercati tipicamente si comportano in base alla volatilità, può darci la consapevolezza di ciò che accade e di agire (o sopratutto di non agire) di conseguenza; questa è “l’arma” che abbiamo per fronteggiare in serenità la navigazione dei mercati finanziari.
Ottimo articolo, di sicuro un valido supporto morale per i periodi di volatilità!
“Ripassare” i dati statistici per non farsi prendere dalla emotività!
grazie Massimo , sempre gentilissimo !! Faccio del mio meglio per aiutare me e voi in questo percorso. Disciplina , metodo e pazienza se applicati sempre,
aumentano notevolmente le possibilità di successo sui mercati finanziari.